come comunicano i cani?
come comunicano i cani?

Come comunicano i cani? A rispondere a questa domanda è il recentissimo studio che approfondisce l’aspetto comunicativo di cani e bambini. In particolare misurando il cosiddetto “paradigma del contrasto”, ovvero quando un unico messaggio è costituito da due informazioni contrastanti: comandi verbali che costituiscono la comunicazione uditiva, e comandi gestuali che costituiscono la comunicazione visiva (condizione bimodale incongruente).

come comunicano i cani? come comunicano i bambini?

Lo studio ha paragonato le risposte di cani e bambini in presenza di informazioni contrastanti: i bambini elaborano un comando contrastante privilegiando l’informazione uditiva se il gesto non è molto enfatizzato, al contrario danno più importanza alla comunicazione visiva. I cani invece prediligono la comunicazione visiva, se non avevano uno specifico addestramento, in tal caso la comunicazione uditiva risultava più efficace. Non solo, i cani preferiscono la comunicazione visiva (pertanto gestuale) anche per comunicare con persone estranee alla famiglia o alla propria sfera di frequentazione.

Tra gli aspetti curiosi di questo studio c’è il fatto che le femmine, nel cosiddetto paradigma del contrasto, preferiscono i gesti alle parole, mentre i maschi le parole; curiosamente i ricercatori hanno constatato che le risposte dei cani alla condizione bimodale incongruente erano più rapide rispetto a quella unimodale. Questo sorprende in quanto in umana si ha il risultato opposto; basti pensare al c.d. effetto Stroop, ovvero due segnali contrastanti rallentano le risposte previste. Tuttavia, l’effetto Stroop è applicabile nello stesso dominio sensoriale in cui due segnali visivi forniscono informazioni contrastanti.

c’è ancora da scoprire sulle loro capacità comunicative

I segnali gestuali e verbali appartengono a domini sensoriali diversi, vengono elaborati da un sistema neurale comune nel cervello, il che suggerisce che sebbene sia i gesti che le parole possano essere contrastanti, potrebbero essere parti integranti di un unico messaggio.

Ciò implica che quando i cani fanno scelte gestuali in condizioni incongruenti, i segnali verbali non vengono cancellati del tutto, ma hanno l’effetto di innescare risposte più rapide. Pertanto, sebbene i messaggi siano incongruenti, l’elaborazione e le risposte del cervello sono abbastanza veloci. Un’altra possibile spiegazione è che, quando due segnali vengono inviati contemporaneamente, uno potrebbe essere percepito come segnale principale e l’altro come segnale accessorio. In questo caso, lo stimolo accessorio potrebbe spiegare risposte più rapide in entrambe le condizioni bimodali, secondo il fenomeno della facilitazione intersensoriale.

Queste interpretazioni, comunque, non potrebbero applicarsi ai bambini in cui le informazioni congruenti bimodali hanno innescato risposte più rapide rispetto alle informazioni incongruenti, il che implica che l’elaborazione cerebrale delle informazioni visive e acustiche nei bambini è diversa dai cani e coerente con l’effetto Stroop.

quando e come i cani hanno imparato a comunicare con noi?

Ancora una volta ci sono evidenze scientifiche che confermano la possibilità di avere una comunicazione chiara, sincera e reciproca tra noi e i cani. Come riescano a farlo? Beh ancora non è del tutto chiaro, come spesso accade in questi casi, ci sono due scuole di pensiero, diverse ma non lontane tra loro: i sostenitori dell’ipotesi d’addomesticamento (da non confondere con la “sindrome di addomesticamento“) indicano una predisposizione genetica nella lettura dei messaggi comunicativi umani, mentre i sostenitori della “Ipotesi a due stadi” enfatizzano gli aspetti ontogenetici (cioè dello sviluppo dell’individuo).

Secondo questi ultimi, i cani acquisiscono la capacità di leggere e rispondere ai segnali umani dopo aver accettato le persone come loro compagni sociali all’inizio dello sviluppo sociale.

A supporto di questa tesi ci sono numerosi studi che paragonano le abilità comunicative interspecifiche (cioè dedicate alle persone, nda) dei cani di famiglia e cani che vivono in canili/rifugi.

Cani ipo-socializzati nati e vissuti in un canile sembravano essere meno propensi a comunicare con gli esseri umani rispetto ai cani di famiglia.

i cani sono in grado di comunicare, e noi?

Indipendentemente dalla loro natura, la capacità di comunicare dei cani, adoperando ognuno dei canali sensoriali, è qualcosa di sorprendente. Nel regno animale non c’è un altro esempio di completezza e continuità di quello che il cane rappresenta per l’uomo. Pensiamoci quando ci lamentiamo del nostro cane perchè “non ascolta”, quando pensiamo (stupidamente) che siano animali da comandare e dominare. Perchè se un cane rappresenta sempre una risorsa a volte fondamentale per tutti noi, noi molto spesso rappresentiamo un suo problema…teniamolo bene a mente.

UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE AL PROF. BIAGIO D’ANIELLO, VERSO IL QUALE PROVIAMO LA PIU’ SINCERA STIMA, PER AVERCI DATO QUESTO STUDIO.

Cani e persone: un profondo dialogo di gesti e parole

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