cani assistenza

I cani da assitenza sono scelti, formati e preparati per, appunto, servire e agevolare l’uomo in una serie di compiti che altrimenti sarebbero molto complicati se non impossibili da svolgere. Nei cani di assistenza sono inclusi i cani guida, cani per persone sorde o ipoudenti, da pet therapy, poliziotto, da valanga, anti mine e attualmente hanno fatto la loro comparsa i fantomatici anti-covid.

Fateci caso, ogni qualvolta che si parla di questo argomento ogni articolo, ogni servizio giornalistico, ogni video ostenta il lato emotivo: di quanto siano importanti questi eroi per noi persone, del vantaggio che noi riceviamo da loro, di quanto siano felici, i cani, di passare la loro vita a tirare carrozzelle, a guidarci nelle città caotiche, ad ignorare qualsiasi tipo di stimolo sociale ed ambientale, a non aver una propria autonomia per il gioco, per le deiezioni, per rilassarsi… il focus è esclusivamente sull’uomo. Noi stessi certifichiamo la felicità, la gioia, l’abnegazione che provano i cani ad aiutarci.

I cani da assistenza dal I secolo d.C. agli anni ’20 ad oggi

La pratica di utilizzare i cani come guida è molto antica. La prima testimonianza la ritroviamo nell’arte, infatti tra i resti di Ercolano c’è una raffigurazione risalente al I secolo d.C. che ritrae una persona con bastone e un piccolo cane al guinzaglio. Ma sono numerose e antichissime le raffigurazioni, sculture e dipinti che ritraggono persone non vedenti guidate da cani.

Ma il primo utilizzo ufficiale e sistematico di cani per non vedenti risale al 1750 nel reparto di oftalmologia dell’ospedale Quinze-Vingt di Parigi. Nel 1804 il pedagogista tedesco Johann Wilhelm Klein fonda a Vienna la prima scuola per non vedenti e nel 1819 redige il manuale per l’addestramento dei cani guida (raccomandando per lo scopo i barboncini e i pastori, nda).

Dopo il primo conflitto mondiale, nel 1923, a Potsam nacque il primo centro di addestramento per cani da assistenza: la German Shepherd Dog Association la quale formò circa 4000 cani destinati ai veterani e civili.

La scuola suscitò la curiosità di Dorothy Harrison Eustis, una ricca americana che negli anni ’20 iniziò ad allevare e addestrare cani poliziotto per l’esercito svizzero. Nel 1929 sempre per mano di Dorothy Eustis e Morris Franck, un ragazzo non vedente aiutato in precedenza dalla stessa Dorothy, nacque la prima scuola americana per cani guida: The Seeing Eye; cinque anni dopo anche in Inghilterra fu fondata la Guide Dogs for the Blind Association . Negli anni successivi nacquero altre scuole in molti paesi del mondo.

Dettaglio di un murale del I secolo d.C. ritrovato ad Ercolano, conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli da: occhiocapolavoro.it
cani da assistenza
Un dettaglio del dipinto cinese “Spring on the Yellow River” raffigurante un uomo cieco guidato da un cane nella Cina del XIII secolo

Attualmente, secondo l’ ADA (Americans with Disabilities Act), nei soli Stati Uniti d’America si contano 500.000 cani da assistenza usati per i compiti più disparati. Ad esempio sono circa 5000 cani che assistono le persone sorde o ipoudenti, ma l’uso dei cani trova spazio anche nell’assistere persone che soffrono di stress post-traumatico, crisi epilettiche, disturbi del sonno, diabete, ecc. In Italia, i cani d’assistenza sono stati citati per la prima volta nell’ambito dell’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano del 6 febbraio 2003 e nuovamente in quello del 25 marzo 2015 sul documento recante “Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (IAA)”.

Aspetti critici: il non detto della formazione dei cani “eroi”

Un aspetto sconosciuto alle persone, debitamente taciuto, è l’enorme tasso di insuccesso. Solo il 30% – 50% dei cuccioli addestrati diventerà un cane da assistenza. Queste percentuali sono comuni fra le più grandi e famose fondazioni che si occupano di addestrare questi cani. Il problema è davvero enorme.

Questo studio del 2019 aveva lo scopo di trovare dei modelli predittivi efficaci per la valutazione precoce del cucciolo perchè:

“Date le ampie risorse richieste per allevare e addestrare questi cani, prevedere lo sviluppo e la capacità di queste abilità il più presto possibile è cruciale per risparmiare tempo e spese, garantendo allo stesso tempo collocazioni produttive.”

Capite? “L’industria dei cani da assistenza” (autodefinizione di una delle più grandi organizzazioni del settore, nda) nonostante si affidi ad addestratori, veterinari, volontari, esperti vari riesce a “produrre” al massimo il 50% di “prodotti efficaci” e il problema che assilla gli stessi veterinari, addestratori e ricercatori è capire come produrre di più e meglio?

I motivi che portano un cane all’insuccesso sono principalmente di natura fisica e comportamentale (cioè gli aspetti di cui sono responsabili allevatori, addestratori, veterinari, genetisti…).

Dalla nascita fino ai due mesi i cuccioli vivono presso i centri delle varie associazioni. La loro routine si divide tra box e spazi aperti. In questa fase subiscono il c.d. “addestramento precoce”. Settimanalmente i cuccioli ricevono qualche ora di stimolazione e di socializzazione.

Dopo i due mesi sono affidati a famiglie che si prendono cura di loro e che hanno, o avrebbero, il compito di effettuare una seconda stimolazione nel mondo reale, così da prepararli al meglio fino all’età di due anni (in altri casi i cuccioli nascono direttamente in casa delle famiglie volontarie, nda).

Dopodichè ritornano al centro per subire un ultimo addestramento specifico che dura 3-4 mesi, durante il quale vengono impartiti ripetutamente ordini e comandi ( In-For-Training test, IFT) ed un’ultima valutazione. In qualche caso è dovuta intervenire la FCI per sanzionare addestratori che utilizzavano tecniche e strumenti coercitivi per addestrare i poveri cagnolini.
I cuccioli ritenuti idonei saranno mandati a coloro che ne avranno bisogno, mentre gli altri saranno adottati, o acquistati a metà del prezzo da chiunque voglia, potranno essere dirottati per altri compiti, esempio anti-droga o vivranno in canile con problemi comportamentali.

cani guida
La Commissione FCI per i cani da utilità è stata informata di casi individuali di conduttori e addestratori che hanno utilizzato ausili vietati dalla legislazione sulla protezione degli animali nell’addestramento dei loro cani. Tutti i membri della Commissione si dissociano e condannano esplicitamente tutte le forme di crudeltà verso gli animali e l’uso di ausili vietati per l’addestramento. L’addestramento di un cane non deve mai portare ad un danno o ad una crudeltà nei suoi confronti. Da anni ormai i metodi di addestramento si basano sui risultati della moderna ricerca comportamentale, con un’attenzione particolare alla conferma positiva.
La Commissione FCI per i cani da utilità trasmetterà senza eccezione tutti gli incidenti segnalati al Comitato Generale della FCI. Ci riferiamo inoltre alle disposizioni del regolamento delle prove, secondo le quali una violazione della legislazione sulla protezione degli animali durante una manifestazione porta il giudice responsabile a squalificare immediatamente il trasgressore.

“Addestramento precoce”, socializzazione settimanale, vita in box, eccessive esperienze in pochi mesi di vita…tutto questo produce tra il 50%-70% di fallimenti. E’ l’industria dei cani da assistenza, bellezza!

Non cani “eroi” ma cani sacrificati. Il concetto di dulosi di Coppinger

Raymond Coppinger, professore di scienze cognitive e biologia all’Hampshire College, esperto del comportamento del cane e dell’origine del cane domestico, nel suo libro Dogs, a proposito dei cani d’assistenza scriveva:

” principalmente, questi cani vengono prodotti in massa da istituti e fondazioni, come in una catena di montaggio, ma più della metà dei cani che entra nel sistema fallisce”.

E ciò sarebbe causato da :

“dall’incapacità di molti cani di rispondere correttamente al condizionamento classico o operante, e agli intensi livelli di stress cui sono sottoposti durante la crescita e l’addestramento”.

Infatti nel descrivere quale sia il rapporto che si instaura tra un cane di assistenza e il suo umano, Coppinger è molto netto:

cani da assistenza
Un cane costretto a tirare una carrozzella. Dovrà farlo indipendentemente dalle condizioni atmosferiche, dalla lunghezza del tragitto, dalla sua voglia, dalla sua condizione
fisica, dal tipo di terreno. Dal libro: DOGS di Coppinger

“[…]alcuni ecologi del comportamento definirebbero questa simbiosi “dulosi” o schiavismo. Il termine (dulosi, nda) viene solitamente utilizzato per descrivere alcune specie di formiche che catturano larve e pupe di altre specie e le costringono a lavorare per loro, causando la perdita dei benefici biologici per gli organismi catturati”.

In un vero rapporto simbiotico entrambe le parti riceveranno un vantaggio. I cani che fanno sport riceveranno dei benefici biologici: miglior alimentazione, idoneo allenamento, sana stimolazione, miglioramento della condizione fisica.

Ma un cane da assistenza non avrà alcun beneficio, dovrà rinunciare per sempre a rotolarsi, giocare, riposare, prendere scelte autonome o divertirsi per tirare carrozzelle, accendere o spegnere luci e guidare il proprietario in mezzo al traffico.

L’eccezionale intelligenza sociale ed emotiva del cane, la sua duttilità, la sua fedeltà, il suo esserci sempre…riceviamo così tanto dai cani che spesso, molto spesso, ci dimentichiamo di dare, di ricambiare, anzi, sfruttiamo, usiamo, pretendiamo senza alcuna considerazione. Poi alla fine sarà un biscotto, una foto da condividere o un appellativo “eroi” a pulirci la coscienza.

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I cani da assistenza: storia ed aspetti critici

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