I comportamenti ripetitivi nei cani (inseguire le ombre, rincorrersi la coda, abbaiare incessantemente senza motivo, ecc. Ne abbiamo parlato qui), sono disturbi che possono danneggiare, anche gravemente, la qualità di vità. Sono distinti in:
- stereotipie (comportamenti eccessivi, decontestualizzati senza alcuna funzione comunicativa);
- disturbi ossessivi (OCD, disturbi eccessivi, ripetitivi scaturiti dal voler raggiungere uno scopo, ma che si rivelano del tutto inadatti)
Questo studio ha indagato i comportamenti ripetitivi su 4500 cani riuscendo ad estrarre fattori e cause comuni tra cui: razza, reazioni aggressive, impulsività e disattenzione, esperienze del cane, esperienze della famiglia, età e routine del cane, nucleo familiare, età e stato del cane (castrato/sterilizzata o intatto/a).
Razze canine più o meno esposte ai comportamenti ripetitivi
Lo studio ha esaminato sia cani di razza che meticci. Ne è venuto fuori che Pastori Tedeschi, Chinese Crested Dog, Welsh Corgi Pembroke, Spitz, Staffordshire Bull Terrier e Cairn Terrier hanno probabilità più elevate di mostrare un comportamento ripetitivo. Tra queste ci sono razze particolarmente dopaminergiche, che purtroppo tendono a sviluppare questo tipo di disturbi. Ad esempio è noto che il Pastore Tedesco sia incline a girare su sè stesso o nel caso sia buttato in giardino, come troppo spesso avviene, rincorrere stimoli lungo le recinzioni, abbaiare, distruggere e altri disturbi. Anche i Terrier sono razze tendenzialmente “eccessive”, “veloci” che se non appaggate correttamente possono sviluppare disturbi.
E’ importante precisare che questi risultati sono limitati alle razze esaminate da questo studio ed è necessario approfondire anche la provenienza di ogni cane, la sua routine, stato di salute, ecc.
Correlazione con la famiglia: esperienza dei proprietari, altri cani in casa e routine
Altro aspetto che consideriamo molto importante. Di solito quando ci si riferisce ai propri cani si sentono frasi del tipo: “il mio è bravo”, “il mio cane non capisce, mi fa i dispetti”, ” il mio cane non è bravo con gli altri cani”, “non è stato bravo quando l’ho lasciato solo”, ecc. Non ci stancheremo mai di rifiutare questi pensieri superficiali. Ogni comportamento sociale mostrato dal cane non può, in alcun caso, essere considerato indipendente da altri fattori, come ad esempio le competenze e le capacità dei proprietari, che hanno la responsabilità di fare il massimo possibile per garantire una migliore qualità della vita del proprio cane, o come la solitudine provata dal cane o il tipo di compagno (quante volte si impone un cucciolo al proprio cane anziano?).
Altro aspetto parimenti importante al fine di prevenire i comportamenti ripetitivi è il tipo di stimolazione quotidiana che concediamo al nostro cane, come ad esempio la passeggiata. Se tra mille alibi (lavoro, impegni, voglia, ecc) non riconosciamo il diritto del cane ad uscire e ad avere un proprio tempo insieme alla famiglia, come facciamo a pretendere “che sia buono”? E soprattutto come si riesce a non sentirsi in colpa?
Le comorbilità: deficit di attenzione, reazioni aggressive e iperattività/impulsività
A favorire dei comportamenti ripetitivi ci sono anche diverse comorbilità. Cani con punteggi più alti nella difficoltà di reggere attenzione e concentrazione su un compito, su una richiesta, su un particolare stimolo sono risultati più inclini a manifestare disturbi comportamentali. Di solito l’incapacità dei cani di concentrarsi e focalizzarsi così come l’iperattività sono correlate con l’ADHD, disturbo da deficit di attenzione (ne abbiamo parlato qui).
Veniamo alle reazioni aggressive. In alcuni casi queste sono correlate da proprietari e addestratori coercitivi come espressione di dominanza del cane. In realtà, più scientificamente e “neuroscientificamente”, sono espressioni di insicurezza, ansia sociale, reattività e impulsività (aspetti negativi che indicano un’instabilità psico-emotiva del cane). Pertanto cancelliamo inutili etichette e aiutiamo il nostro cane così da proteggerlo da eventuali comportamenti ripetitivi e patologici.
Altre correlazioni con età, stato del cane e sesso
Altre correlazioni con i comportamenti ripetitivi sono emerse con l’età dei cani: cuccioli tra i 3 e i 6 mesi mostravano, come disturbo comportamentale, il tail chasing e comunque questi disturbi sono comparsi entro l’adolescenza. Ma anche i cani anziani, più di 8 anni, mostravano disturbi comportamentali. In quast’ultimo caso tali comportamenti sono associati al deterioramento cognitivo del cane, che è correlato con la demenza o il morbo di alzheimer nell’uomo.
Non è stata trovata una differenza in relazione al sesso. Uno studio precedente di Moon-Fanelli et al. aveva evidenziato una maggiore presenza di comportamenti ripetitivi nei maschi. Invece una netta differenza è stata riscontrata in relazione allo stato del cane. In particolare i cani castrati o sterilizzati erano più soggetti a questi tipi di disturbi comportamentali, peggiorando la qualità della vita.
Anche in questo caso facciamo un appunto: castrazione e sterilizzazione sono interventi invasivi estremamente importanti su tutti i livelli (fisico, emotivo, neurologico, psicologico, comunicativo). Un intervento di questo genere, di questa importanza dev’essere consigliato esclusivamente da professionisti scrupolosi (veterinari-comportamentalisti-istruttori).