Questo studio analizza le varie cause correlate con l’emozione sicuramente tra le più importanti e diffuse fra i cani: la paura (sociale e/o ambientale). La popolazione canina studiata consta di circa 6000 cani di età compresa fra i 2 mesi a i 17 anni. La paura è stata messa in relazione con alcuni contesti e con alcuni parametri:
- Ambiente urbano;
- Socializzazione;
- Attività di addestramento ( inteso come attività sociali di stimolazione, nda);
- Taglia del cane;
- Razza;
- Sesso del cane;
- E se i soggetti fossero interi o castrati/sterilizzate;
Ecco i risultati dello studio.
I cani esposti o che vivono in contesti urbani hanno mostrato più paura sia nei confronti degli altri cani che degli estranei. Nonostante il cane sia un animale sociale plasmato da migliaia di anni di evoluzione per vivere con l’uomo, un contesto ricco di stimoli vari, intensi, veloci può essere causa di stress, nervosismo e paura appunto. Troppe volte sminuiamo le difficoltà di ambientamento che può mostrare un cucciolo o comunque un cane non abituato ai contesti urbani. L’esempio più comune sono le difficoltà che un cane può mostrare in passeggiata: i proprietari a volte interpretano i comportamenti scorretti come capricci o tentativi di dominare (purtroppo queste sciocchezze sono ancora vive, nda), quindi attuano tentativi di correzione a forza di strattonate, rimproveri, urla, divieti, punizioni…ma magari il cane sta palesando una sua difficoltà nel reggere lo stress ambientale. Pensiamoci prima di giocare al “sergente di ferro”.
La socializzazione e la stimolazione sono diritti primari del cane, questi corrispondono ad un nostro dovere nei suoi riguardi. La socializzazione permette al cane di arricchire il suo bagaglio emozionale ed esperienziale, gli consente di formare nuove sinapsi, quindi di crescere ed evolvere da un punto di vista psico-fisico-emotivo; la stimolazione fatta di sport, giochi, percorsi di educazione, gite, ecc.. gli consente di acquisire e affinare nuove competenze e nuove abilità, così da appagare le sue esigenze etologiche e rafforzare la relazione con lui. Un cucciolo ben socializzato e stimolato sarà un adulto e un anziano molto più forte, sereno ed equilibrato. Altro aspetto, non certamente meno importante, è che un cane socializzato e stimolato vuol dire che abbiamo riempito ed arricchito la sua vita…pensiamoci prima di dire “non ho tempo”.
Anche la taglia del cane ha un’incidenza nel provare e affrontare la paura. Ovviamente cani piccoli e cani grandi hanno due percezioni del mondo differenti che faranno in modo di affrontare i vari stimoli della vita in modo opposto (anche se non è detto…). Aldilà di questo i cani piccoli sono troppe volte trattati (purtroppo…) come bambini in difficoltà. Questo fa si che siano viziati, tenuti constantemente in braccio o comunque con i proprietari, non vengono socializzati o stimolati, in due parole non sono trattati come i cani che sono, ma come dei contenitori emotivi che servono solo per colmare nostre lacune affettive/emotive. Questo non gli consente di maturare e di acquisire componenti caratteriali come resilienza, fiducia in se stessi, competenze sociali, ecc, fondamentali per il loro benessere.
Altro dato interessante è la correlazione tra paura e razza. Qui trarre le conclusioni è (ancora) più complicato del solito. Ogni razza ha delle peculiarità proprie ( resilienza, temperamento, tempra, carattere, reattività,arousal,ecc) che si fondono con la storia di ognuno degli individui (preso in allevamento, cucciolata privata o per strada, socializzazione e stimolazione, stato di salute, stato emotivo, esperienze positive o negative, ecc) e da questa fusione escono fuori i comportamenti. Pertanto non è scontato definire una determinata correlazione tra paura e razza.
Veniamo al sesso e stato dei cani. I cani maschi ( che rappresentano il 49% della popolazione canina coinvolta in questo studio) mostrano livelli di paura più bassi rispetto alle femmine. La cosa che colpisce (ma non stupisce, nda) è che gli interventi di castrazione e sterilizzazione peggiorano la condizione di paura, in entrambi i sessi. Diversi e numerosi studi associano castrazione/sterilizzazione, soprattutto se precoce (prima del primo calore, nda) con condizioni di paura, ansia e insicurezza. In quanto interventi invasivi, rischiosi e permanenti devono essere eseguiti solo se strettamente necessari e consigliati solo ed esclusivamente da professionisti. Non possono essere fatti solo per evitare cucciolate (queste si evitano gestendo in maniera intelligente il proprio cane), o per calmare il cane ( va chiarita la motivazione di determinati comportamenti, le risposte facili e comode sono sempre sbagliate), o perchè sporca in casa ( ci sono le mutandine per cani che aiutano).
In conclusione dietro ad ogni aspetto, ogni comportamento, ogni dettaglio di un cane si celano motivazioni che non è sempre scontato vedere. Il compito di ogni proprietario responsabile è quello di informarsi sempre di più, affinchè la vita del suo cane sia sempre meravigliosa.
Molto interessante, grazie! Potreste citare lo studio relativo alla correlazione tra sterilizzazione e paure/fobie nel cane femmina? Sarei interessata ad approfondire il tema in quanto mi trovo a dover decidere per la sterilizzazione della mia cagna che appunto soffre di molte fobie.
Grazie!
Ciao Silvia,
grazie per il tuo riscontro inerente all’articolo. Ovviamente ti condividiamo degli studi riguardanti gli “effetti controproducenti” di sterilizzazioni e castrazioni, ma ci teniamo a rispondere in maniera più corretta e deontologica possibile. Questi tipi di interventi sono, per loro natura, irreversibili(ovviamente si parla di sterilizzazioni, nda) e invasivi con riverberi importanti su psiche e fisico. Pertanto devono essere attentamente valutati da professionisti esperti, e il veterinario ordinario non lo è. Infatti diversi veterinari per poter procedere a questo intervento finalizzato ad un cambiamento comportamentale vogliono prima avere un parere da parte di istruttori e/o veterinari comportamentalisti (i veri legittimati ad esprimere un parere). Non siamo fanatici in nulla, se questo tipo di intervento è necessario lo si fa, altrimenti no. Diffida da consigli universali e generici, ricorda che ogni cane ha una unica personalità e quindi non risente della statistica. Inoltre su individui insicuri, paurosi, il lavoro dovrebbe vertere su questi aspetti, lasciando intatto il cane. E’ sbagliato pensare che un intervento cambi del tutto il cane (non che tu lo stia pensando, infatti ci hai chiesto ulteriori elementi per fortuna). Ed ora eccoti solo alcuni dei numerosi studi che trattano questo argomento, ovviamente non basare la tua decisione solo su questo, il nostro scopo è quello di fornirti un ulteriore spunto di riflessione.
Alcuni studi:
https://naiaonline.org/uploads/WhitePapers/SNBehaviorFarhoodyZink.pdf (“I nostri dati hanno mostrato che il comportamento dei cani castrati era significativamente diverso da quello dei cani intatti in modi che contraddicono
l’opinione prevalente. Tra i risultati, i cani castrati erano più aggressivi, paurosi, eccitabili e meno addestrabili rispetto a quelli intatti cani.”)
https://www.naiaonline.org/pdfs/LongTermHealthEffectsOfSpayNeuterInDogs.pdf (“A conti fatti, sembra che non si possa fare alcun caso convincente per sterilizzare la maggior parte dei cani maschi per prevenire il futuro problemi di
salute, in particolare cani maschi immaturi. Il numero di problemi di salute associati alla sterilizzazione può superare i benefici per la salute a
associati nella maggior parte dei casi. Le raccomandazioni generali per tutti i cani non sembrano essere sostenibili dai risultati della letteratura
medica veterinaria.”)
https://naiaonline.org/uploads/WhitePapers/SNBehaviorFarhoodyZink.pdf (“Questi risultati sostengono fortemente la necessità di un’immediata rivalutazione della corrente raccomandazione di sterilizzare o castrare i cani per
prevenire o trattare problemi comportamentali, e altrettanto pressante necessità di esaminare più a fondo l’ampia gamma di effetti fisici della
sterilizzazione e della castrazione degli animali domestici cani.”)