Il tatto dei cani è il senso più esteso e insieme al gusto e l’olfatto è il più precoce. E’ composto essenzialmente da recettori (peli sensori e terminazioni nervose) adattati e specializzati per la ricezione di specifici input sensoriali situati su tutto il corpo. Ci sono 5 categorie di recettori, ognuna deputata ad uno specifico compito:
- Propriocettori: sensibili al movimento ed alla posizione del corpo;
- Meccanocettori: sensibili alla pressione, stiramento ed alla torsione;
- Nocicettori: sensibili agli stimoli dolorosi;
- Termocettori: sensibili al caldo e al freddo;
- Chemiocettori: sensibili agli stimoli chimici;
Il tocco delle vibrazioni
Alcuni meccanocettori sono particolarmente importanti in quanto originano le vibrisse, ossia peli molto più lunghi e più spessi rispetto al normale che ricoprono il corpo del cane, con raffinatissime capacità percettive.
Le vibrisse, tra le quali rientrano anche i baffi e le sopracciglia, rivestono gran parte della testa del cane, hanno radici molto profonde immerse nel c.d. seno sanguigno rivestito di endotelio, questo le rende particolarmente irrorate di sangue e particolarmente innervate facendo di loro strutture sensibili all’ambiente circostante. In effetti si può dire che per mezzo delle vibrisse il senso del tatto e la vista lavorano insieme.
Ad ogni movimento nell’ambiente il cane produce delle impercettibili correnti d’aria che vibrano ogni qualvolta che incontrano un oggetto; le vibrisse del cane captano queste vibrazioni e inviano le informazioni al cervello (ognuna di essa ha un suo punto di collegamento al cervello, il 40% di quest’ultimo è dedicato al senso del tatto) che decodifica l’input così da avere misure, forme e distanza di ogni oggetto, permettendo al cane valutazioni precise e di orientarsi senza pericoli sia di giorno che di notte.
Mica male vero?
Le vibrisse hanno anche funzione emotiva: un cane felice o curioso le tirerà verso l’alto, mentre in condizioni di stress le orienterà davanti a lui, in direzione dello stimolo avverso e, se lo stress è particolarmente elevato, sopra i baffi si produrranno delle goccioline di sudore.
Altro aspetto interessante e oggetto di studi riguarda colore, spessore, e lunghezza: queste caratteristiche infatti hanno un significato preciso e contribuiscono a delineare la personalità del cane.
Il tatto ha un ruolo importante anche nella comunicazione. E’ ormai noto che il tocco, tranquillo e rilassato, riduce la frequenza cardiaca e pressione sanguigna sia nelle persone che nei cani (al contrario continue manipolazioni eccessive, come possono essere quelle dei bambini, innervosiscono il cane predisponendolo anche a reazioni piuttosto decise).
Il tatto dei cani nella comunicazione
La comunicazione tattile è privilegiata in particolare nei cuccioli, che per definizione hanno bisogno di stimoli, rassicurazioni e protezione (motivazione et-epimeletica, nda).
Infatti sono soliti cercare uno stretto contatto per ridurre stress e preoccupazioni. Il raggrupparsi è coinvolto in qualsiasi attività sociale dei cuccioli come: poppare, defecare o urinare, dormire, giocare, mangiare…La comunicazione tattile è presente anche negli adulti mantenendo la stessa importanza.
Il contatto è anche un genuino modo di valutazione: durante un’interazione giocosa, affiliativa o conflittuale il tocco rivela molto su forza, stato di salute, abilità combattive.
Il tocco del trascorrere del tempo
Vi lasciamo col mistero… E’ stata studiata una capacità del cane tanto fantastica quanto misteriosa: sono in grado di cogliere anche i minimi mutamenti dell’aria all’interno di casa. Vi è mai capitato di dover aprire la finestra di una stanza per far “cambiare aria” ? Questo perchè l’aria del mattino è più “fresca” ma nell’arco della giornata diventa più “pesante”. Se ci pensiamo è un piccolo mutamento di un ambiente interno al quale siamo sensibili. Bene, i cani sono in grado di monitorare e interpretare ogni piccolo (infinitesimamente piccolo, nda) mutamento come ad esempio l’aria del mattino riscaldata che risalita lungo le pareti sul soffitto si diffonde nella stanza e disperdendosi lungo le pareti.
Questo “moto”, totalmente impercettibile per noi, crea delle microscopiche correnti d’aria che il cane intercetta (ancora non è chiaro come, pare attraverso una sinergia vibrisse-naso, nda) e le interpreta, pertanto potrebbe associare che in quel momento esatto che “avverte”, “odora” quei flussi d’aria noi rientriamo a casa, e quindi al nostro ingresso ci troviamo una bocca ansimante e una coda scodinzolante.
Da oggi non abbiamo più scusa per non avere uno stretto contatto sano con i nostri cani.